Il Palazzo e i suoi Tesori
La Cappella Palatina
Dopo l’incoronazione del 1130, Ruggero II ordinò la costruzione della Cappella del Palazzo. Essa rappresenta sul piano architettonico e decorativo, l’incontro ta culture e religioni diverse, poiché furono coinvolte nella sua realizzazione maestranze bizantine, islamiche e latine.
La Chiesa, dedicata a San Pietro Apostolo, presenta una pianta nella quale gli elementi latini e bizantini convivono, creando un unicum architettonico potenziato dagli apparati musivi. Nella cupola domina l’immagine del Cristo Pantocratore che si ripete nel catino dell’abside centrale. Tra mosaici più antichi nel presbiterio, è possibile ammirare scene del Nuovo testamento, tra le quali spicca il battesimo di Cristo, opera unica per raffinatezza stilistica.
La Sala d'Ercole
La Sala d’Ercole è il luogo nel quale si riuniscono, dal 1947, i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Prende il nome dalle pitture raffiguranti il ciclo dedicato all’eroe mitologico greco, completate all’inizio del XIX secolo dall’artista Giuseppe Velasco (detto il Velasquez). Il Parlamento regionale (ARS) esercita il potere legislativo previsto dallo Statuto autonomo siciliano e rappresenta il primo Parlamento italiano e uno dei più antichi d’Europa.
Le Sale del Duca di Montalto
In prossimità dello scalone d’onore, prima del Cortile Maqueda, si accede alle Sale Duca di Montalto, affrescate durante la prima metà del XVII secolo dai più valenti artisti del tempo, tra cui Pietro Novelli, Gerardo Astorino e Vincenzo La Barbera, per trasformare i vani originari in sala delle udienze estive del Parlamento. In fondo, un affresco di Gerardo Astorino mostra una riunione del Parlamento siciliano nel XVII secolo. Di Pietro Novelli, sopra l’oblò che consente una suggestiva visione dall’alto delle Mura Puniche, è il grande affresco staccato che raffigura Pietro Moncada a cavallo, testimonianza dell’alto livello decorativo dell’ambiente, trasformato, sotto Ferdinando III di Borbone, su progetto di Venanzio Marvuglia, in scuderie.
La Sala dei Vicerè
La Sala prende il nome dai 21 ritratti affissi alle pareti, appartenuti a viceré, luogotenenti e presidenti del regno Borbone di Sicilia. Personaggi di spicco, tra quelli raffigurati, furono Domenico Caracciolo di Villamaina, che abolì il tribunale dell’inquisizione nel 1782 e Francesco D’Aquino principe di Caramanico durante il cui mandato nel 1790 venne istituito l’osservatorio astronomico sulla Torre Pisana del Palazzo Reale.
La Sala Pompeiana
L’ambiente è parte della cosidetta Galleria Pompeiana voluta da Leopoldo di Borbone, luogotenente di Sicilia dal 1830 al 1835. La Sala, dallo sfondo verde tendente all’azzurro, venne decorata intorno al 1830 da Giuseppe Patania, secondo i gusti dello stile neoclassico, con rappresentazioni mitologiche, prendendo spunto dalle scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, tra le quali, al centro della volta, Eros e Afrodite su un carro.
La Sala Cinese
Questo luogo, dipinto dai fratelli Salvatore e Giovanni Patricolo, evoca la moda imperante presso quasi tutte le corti europee tra il XVIII e il XIX secolo, che si riconducevano ad argomenti orientaleggianti in grado di mostrare tematiche già presenti all’interno della Casina alla Cinese, sita all’interno del Parco della Favorita. Nella Sala vengono dipinti uomini e donne abbigliati alla “cinese”, con un attento gusto verso il mondo orientale; sullo sfondo azzurro è possibile scorgere alcuni paesaggi montani.
La Sala dei Venti
È uno dei più suggestivi luoghi del Palazzo Reale. Ubicata in una torre medievale del nucleo arabo-normanno, detta Joharia ed antistante la Sala di Ruggero, è oggi coperta da un soffitto ligneo settecentesco al cui centro spicca la rosa dei venti.
La Sala di Ruggero
Prende il nome da Ruggero II. Le stupende decorazioni musive si devono al figlio Guglielmo I. I mosaici, di matrice profana, rappresentano un unicum raffigurando elementi fitomorfi, zoomorfi ed antropomorfi (scene di caccia ed emblemi allegorici del potere normanno). Tutto lascia ipotizzare la presenza di tematiche care ai sovrani normanni e a una narrazione simbolica del Genoardo, giardino-paradiso di tradizione islamica.
Le Mura Punico-Romane
Al piano inferiore delle Sale Duca di Montalto, in seguito ad una campagna archeologica effettuata nel 1984, sono tornati alla luce elementi architettonici appartenenti all’antica cinta muraria punica della città di Palermo, risalenti circa al V secolo a. C.; tra tali testimonianze spiccano una postierla che ha mantenuto inalterato il suo aspetto originario, i resti di una delle antiche porte della città e parte dei conci realizzati con cura e perfettamente squadrati.
Il Cortile Maqueda
Il duca di Maqueda Bernardino de Cardenas y Portugal, viceré in Sicilia dal 1598 al 1601, diede vita ad un’importantissima opera urbanistica per la città di Palermo, il taglio trasversale del Cassaro. Egli contribuì in modo significativo a riqualificare il Palazzo Reale con la costruzione, avvenuta nel 1600, del Cortile Maqueda, struttura composta da tre loggiati il cui livello intermedio è quello più elevato.
I Giardini Reali
All’interno del Bastione di San Pietro, parte del progetto di riorganizzazione difensiva della città di Palermo del 1560 affidato all’architetto Antonio Ferramolino, si trovano i giardini del Palazzo Reale. L’attuale giardino è composto da aiuole dai bordi curvilinei e da varie specie arboree di origine subtropicale. All’interno spiccano tre Ficus macrophylla, uno dei quali abbraccia un grande Pinus pinea.